I NUMERI DELL'INDUSTRIA CULTURALE

In Europa il settore culturale e creativo contribuisce alla crescita economica, all’occupazione, all’innovazione e alla coesione sociale. Rappresenta circa il 4,5 % del prodotto interno lordo europeo e impiega il 3,8 % della forza lavoro, ossia 8,5 milioni di persone (dati Commissione europea).

"L'industria culturale" rappresenta un settore particolarmente importante per l'Italia. La filiera culturale e creativa italiana - comprensiva di industrie culturali e creative, ma anche di quella parte dell'economia nazionale che viene attivata dalla cultura, a partire dal turismo - è un pilastro del made in Italy. Le imprese del sistema produttivo culturale italiano compongono un composito universo fatto di: industrie culturali, industrie creative, performing arts e arti visive, attività legate alla gestione del patrimonio storico artistico e produzioni di beni e servizi a driver creativo.

Stando allo studio "Italia Creativa" (qui), realizzato da Ernst&Young e pubblicato nel gennaio 2017, l'industria della cultura e della creatività ha registrato nel 2015 un valore economico complessivo di 47,9 miliardi di Euro, pari al 2,96% del Pil nazionale, con un tasso di crescita rispetto all'anno precedente del 2,4% dei ricavi diretti (+951 milioni). 

Dalle 443.208 imprese del sistema produttivo culturale, nel 2014 è arrivato il 5,4% della ricchezza prodotta in Italia (dati Unioncamere 2015). Qualcosa come 78,6 miliardi di euro (5,4% della ricchezza prodotta in Italia), che arrivano a 84 circa (il 5,8% dell’economia nazionale) se includiamo istituzioni pubbliche e non profit. Ma la forza di cultura e creatività va ben oltre, grazie a un effetto moltiplicatore pari a pari a 1,7 sul resto dell'economia. Una leva che, per ogni euro prodotto dalla cultura, ne attiva ulteriori 1,7 in altri settori. Gli 84 miliardi, quindi, ne ‘stimolano’ altri 143, per arrivare a 226,9 miliardi prodotti dall’intera filiera culturale, col turismo come principale beneficiario di questo effetto volano.

Una ricchezza che ha effetti positivi anche sul fronte occupazione: le sole imprese del sistema produttivo culturale - ovvero industrie culturali, industrie creative, patrimonio storico artistico e architettonico, performing arts e arti visive - danno lavoro a 1,4 milioni di persone, il 5,9% del totale degli occupati in Italia (1,5 milioni, il 6,3%, se includiamo pubblico e non profit).

La cultura e la creatività, inoltre, sono in grado di incentivare le nostre imprese: chi ha investito in creatività (impiegando professionalità creative o stimolando la creatività del personale aziendale) ha visto il proprio fatturato salire del 3,2% tra il 2013 e il 2014; mentre tra chi non lo ha fatto il fatturato è sceso dello 0,9%.

Negli ultimi cinque anni l'export legato a cultura e creatività è cresciuto del 135% (da 30,7 miliardi nel 2009 a 41,6 nel 2013), fino a rappresentare il 10,7% delle vendite oltre confine delle nostre imprese, con un surplus commerciale con l'estero di 25,7 miliardi, secondo solo a quello della meccanica.

Può fortunatamente dunque oramai dirsi acclarato il ruolo della cultura come infrastruttura immateriale capace di generare ricchezza.

Per quanto concerne l'ambito "media", riguarda l’industria europea dell’audiovisivo e del cinema. Si tratta di investimenti nei settori dello sviluppo, distribuzione e promozione di opere creative.


Incoraggia il lancio di progetti con un‘ampia dimensione europea e l’applicazione di nuove tecnologie digitali; permette ai film e alle opere europee inclusi lungometraggi, fiction televisive, documentari, animazione, opere non lineari e vidoegiochi di viaggiare oltre i confini nazionali ed europei; sostiene attività di formazione continua per i professionisti e gli operatori dell’industria.

In un contesto economico come quello attuale, caratterizzato da una forte contrazione delle fonti di finanziamento, i fondi europei rappresentano un imprescindibile strumento per finanziare la crescita e lo sviluppo strategico delle imprese, delle organizzazioni e degli operatori.

QUALI FONTI DI FINANZIAMENTO? 

Esistono due tipologie di finanziamenti che  arrivano da Bruxelles: i fondi diretti (detti anche "fondi competitivi") che vengono trasferiti dalla Commissione europea ai beneficiari che partecipano ai bandi aperti dalla stessa commissione; i fondi indiretti (conosciuti anche come fondi strutturali) che sono trasferiti dall'Unione europea alle autorità interne agli Stati (nel caso dell'Italia, le Regioni).

Il Master "Progettazione e accesso ai fondi europei per la Cultura, la Creatività e il Multimediale" diversamente da molti dei corsi presenti sul mercato, offrirà non solo l'opportunità di acquisire competenze in fatto di progettazione in genere, ma permetterà di calare questo know how nei due settori specifici, culturale/creativo e multimediale.